L’approvazione del GENIUS Act da parte dell’amministrazione Trump segna un passaggio storico: per la prima volta gli Stati Uniti regolamentano ufficialmente il mercato delle stablecoin su blockchain.
Dietro questa mossa non c’è solo propaganda o l’ennesimo tentativo di accattivarsi la Silicon Valley. C’è un business enorme che le aziende come Tether (guidata dall’italiano Paolo Ardoino, classe ‘84, ligure emigrato) hanno già intercettato da tempo.
In molte parti del mondo, specialmente nei paesi emergenti e sottosviluppati, accedere ai dollari fisici è complicato. Per la persona comune, aprire un conto in dollari o comprare banconote vere è spesso impossibile o rischioso. Le stablecoin hanno risolto questo problema. Bastano una connessione a Internet e uno smartphone per ricevere, custodire e inviare dollari digitali via blockchain, senza bisogno di banche locali o permessi governativi.
Per le aziende che emettono queste stablecoin, il modello di business è semplice e geniale: raccolgono dollari reali dagli utenti e li depositano in titoli di stato USA a breve termine, incassando rendimenti a rischio praticamente zero. È lo stesso mestiere delle banche, ma senza filiali e senza burocrazia.
Ora che Trump ha aperto le porte, la corsa a conquistare questi mercati si farà ancora più aggressiva. Non solo Tether e Circle (emittente di USDC), ma anche aziende fintech, exchange e probabilmente nuove startup entreranno nella competizione per diventare il “PayPal del dollaro digitale”.
E l’Europa? Ancora una volta rischia di restare al palo. Mentre negli Stati Uniti si normano in modo favorevole le stablecoin, in Europa si discute ancora di regolamenti come MiCA, partoriti da un sistema burocratico che fatica a capire che il mercato globale non aspetta. Se non sarà l’Europa a fornire alternative digitali competitive, saranno le aziende americane a farlo. Il rischio è evidente: perdere la partita dell’infrastruttura monetaria del futuro.
Il quadro normativo ora c’è, il mercato globale pure. La domanda non è più se le stablecoin diventeranno uno standard nei pagamenti digitali, ma su quale infrastruttura blockchain gireranno. E guardando alla sicurezza, alla decentralizzazione e alla liquidità già esistente, oggi il posto più naturale per questi asset resta Ethereum.
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